giovedì 31 dicembre 2009

Ispettore Capo Caterina Ruggeri



APRILE 1995


Dopo aver scoperto un traffico internazionale di droga in transito per il porto di Ancona, Caterina viene promossa al grado di Ispettore capo ed entra definitivamnete nelle grazie del Questore, che le affiderà l'incarico di Responsabile del costituendo Distaccamento Cinofilo della Polizia di Stato presso l'aeroporto R. Sanzio.
"Qualche giorno dopo, il questore mi convocò nel suo ufficio per farmi le sue congratulazioni: "Complimenti, Ruggeri, grazie al suo intuito abbiamo fatto un gran bel lavoro e al Ministero si sono complimentati con noi; ho già firmato la proposta per il suo avanzamento di grado a Ispettore capo. Inoltre abbiamo scoperto che Carli stava facendo di tutto per insabbiare le proposte e i fondi che arrivavano dal Ministero per il progetto del gruppo cinofilo. Ora che Carli non c'è più, proporrò che la responsabilità del progetto passi direttamente sotto la sua direzione: potrà disporre dei fondi come meglio crede, scegliere come costruire la struttura, ma soprattutto scegliere i cani e gli uomini. Da parte mia la proposta è di lasciare il porto completamente alla Guardia di Finanza, che già controlla la dogana, mentre noi ci riserveremo uno spazio all'aeroporto Raffaello Sanzio, in quanto dall'anno 2000 sarà potenziato e noi potremmo rientrare nel progetto di potenziamento stesso. Che ne dice?" "Grazie, Dottore, ma non credo di meritare tutto ciò", dissi timidamente, abbassando lo sguardo, "ho fatto solo il mio dovere!"
"Suvvia, niente false modestie! E poi c'è dell'altro: prima cosa, i prossimi giorni convocherò una conferenza stampa e sarà lei stessa a rispondere ai giornalisti su come ha condotto l'operazione. Seconda cosa, sabato sera è invitata a cena a casa mia: mia moglie è un'ottima cuoca e non accetto rifiuti!" Dopo aver conosciuto le glorie della cronaca e conquistato le prime pagine di almeno due giornali locali, mi preparai per la cena a casa del questore, il che sinceramente mi preoccupava più che rispondere ai giornalisti. Il questore, il quasi sessantenne Dr. Ianniello, abitava in una villa fuori Ancona, su una collina che dominava il centro abitato. Una splendida coppia di Doberman dal pelo lucidissimo mi venne incontro non appena mi presentai al cancello: feci ai cani alcuni complimenti e con due carezze conquistai la loro simpatia. "E' raro vedere una persona che abbia un feeling così profondo per i cani: credo proprio che lei porterà avanti egregiamente il suo nuovo incarico." Mi presentò la moglie, una donna un paio di anni più giovane di lui, nella quale scorsi subito un lampo di gelosia nei miei confronti nello sguardo. Sono sempre stata una persona all'apparenza timida, ma quando devo dire qualcosa non ho freni sulla lingua, così anche in quell'occasione partii con una delle mie battute, a dir poco insolenti: "Non si preoccupi, Signora, non insidierò suo marito, né ora, né mai: ha l'età giusta per poter essere mio padre e non credo proprio di voler essere la sua amante." Pensai che quella frase sarebbe stata la mia rovina, invece i due si misero a ridere e mi invitarono a sedermi a tavola: da quel giorno sarei stata trattata dai due, che non avevano avuto figli, come la loro figlia adottiva."
LUGLIO 1997
A caterina viene dunque affidato l'incarico di progettare e realizzare il Distaccamento Cinofilo: sarà un impegno che costerà tempo e fatica a Caterina, ma che riuscirà a realizzare nel giro di un paio di anni.
"Ci vollero almeno altri due anni per mettere in piedi il distaccamento cinofili presso l'aeroporto Raffaello Sanzio. Prendemmo una parte di terreno che era stato di pertinenza dell'Aeronautica Militare, che stava sbaraccando completamente per lasciar posto all'aeroporto civile. Siccome avevo carta bianca, feci costruire l'insediamento esattamente come l'avevo in testa: dodici box chiudevano su tre lati un ampio campo di addestramento. Il quarto lato era occupato dalla palazzina dei servizi, ricavata da un vecchio edificio usato dall'Aeronautica: a piano terra avevo fatto realizzare un'attrezzata infermeria per i cani, con tanto di apparecchio radiologico, ecografo, fornito armadietto di medicinali, nonchè una sala chirurgica per gli interventi d'urgenza; poi c'erano un paio di stanze per il disbrigo delle pratiche amministrative, mentre al piano superiore avevo fatto ricavare l'alloggio per me, una stanza da letto, un bagno e una piccola cucina. Avevo infatti intenzione di dedicarmi non a tempo pieno, ma pienissimo al mio lavoro, anche in considerazione del fatto che ero sempre più convinta che mai mi sarei legata ad un uomo.
I cani li andai a scegliere personalmente nel centro cinofilo della Polizia di Stato a Nettuno, vicino Roma, dove avevo fatto a suo tempo il corso di addestramento, e in quello della Guardia di Finanza a Castiglione del Lago, sul Lago Trasimeno. Volevo dei cani perfettamente addestrati e volevo coprire tutte le specialità possibili: scelsi due Pastori Tedeschi come cani antidroga, altri due Pastori, affiancati da un Rottweiler come cani antisommossa; per la ricerca di persone sotto le macerie e sepolte da valanghe e slavine, e quindi destinati ad interventi di protezione civile, scelsi una coppia di Labrador Retriever e un Samoyedo; come cani per la ricerca di esplosivi, due Weimaraner; un altro Pastore Tedesco, un grosso maschio, fu scelto per l'attacco e la difesa personale. Un box l'avrei lasciato vuoto per eventuali altre specialità: sarebbe stato in seguito occupato dal mio Springer Spaniel, Furia, un cane assolutamente negato per la caccia, ma dal fiuto eccezionale, capace di seguire una pista e ritrovare persone scomparse solo a partire da un semplice oggetto appartenuto a chi dovesse rintracciare. Ma Furia sarebbe arrivato diversi anni dopo l'nizio dell'attività del distaccamento.
Il Questore mi aveva dato libertà di scelta anche sul personale, e scelsi uomini tra i più validi in forza nella Polizia di Stato delle varie province marchigiane: ogni uomo andava associato ad un cane, come suo conduttore, pertanto doveva essere non solo esperto nella stessa specialità a cui era destinato l'animale, ma doveva avere la pazienza di addestrare e curare il proprio cane come fosse un figlio o una parte di se stesso. Avevo qualche perplessità a proporre all'Ispettore Santinelli di essere il mio vice: di solito c'è qualche difficoltà ad accettare di essere subordinati ad una persona di cui uno è stato superiore, ma l'Ispettore accettò di buon grado, vuoi per la sua passione per i cani, vuoi forse per una passione anche per me, ma che non avrei mai condiviso.
All'inizio dell'estate del 1997 eravamo finalmente pronti a partire. L'inaugurazione del distaccamento avvenne in presenza di importanti autorità: erano presenti il Prefetto, i Sindaci di Ancona e di Falconara Marittima, diversi funzionari del Ministero degli Interni. Al termine della nostra dimostrazione del lavoro con i cani, in azioni simulate di ricerca di droga, di esplosivi e di azioni mirate a bloccare malviventi, la giornata si concluse con una stupenda esibizione delle Frecce Tricolori. Con mio grande rammarico, unica nota triste della giornata, appresi che quello era l'ultimo avvenimento pubblico a cui partecipava il Questore Ianniello, che era ormai prossimo al pensionamento.
Così, a neanche 26 anni, avevo un incarico di responsabilità e di mia grande soddisfazione: sicuramente il sostegno di Stefano, sia come medico dei nostri cani, sia come consueto amico, non venne mai meno. Tutti i cani che avevo scelto lavoravano egregiamente; l'unico di cui mi dovetti pentire fu il Rottweiler. Stefano mi aveva avvertito: "Per tenere a freno la folla, i tifosi allo stadio o i manifestanti in piazza, hai bisogno di cani che facciano scena, che incutano timore in chi li ha di fronte, ma che non procurino lesioni personali. Il Rottweiler è un traditore: sembra un bonaccione, è lì buono e seduto che ti guarda, sembra non curarsi neanche di te, ma come gli capiti a tiro, senza neanche avvertirti con un ringhio, è capace di sbranarti vivo. La forza delle sue mascelle è superiore a quella di qualsiasi altra razza di cani: misurata con il dinamometro, la forza del suo morso arriva a 230 Kg, contro gli 80 Kg del Pastore Tedesco e i 120 Kg del Mastino Napoletano. Praticamente una macchina da guerra: non ti fidare di lui!". Con mio rammarico, dopo che Thor, questo era il nome che gli avevamo dato, fece qualche brutto scherzo in addestramento ai danni del suo conduttore, dovetti decidermi a riformarlo. Di solito un cane viene riformato al termine della sua carriera, perché ormai è troppo anziano a svolgere le sue funzioni: nella maggior parte dei casi, il conduttore, che ormai ha un rapporto particolare con il cane, lo adotta e lo mantiene a casa sua, in considerazione del fatto che è un animale che ha ancora qualche anno di vita avanti a sé. Se ciò non avviene il cane riformato viene sottoposto ad eutanasia, anche perché non è pensabile che cani così addestrati vadano a finire in mani di persone non fidate, magari proprio di quei delinquenti che fino a qualche giorno prima ci aiutavano a combattere. Sapevo che la fine di Thor sarebbe stata l'iniezione letale e non riuscivo a darmi pace: ma guardavo il suo conduttore con un braccio ancora fasciato e non potevo assolutamente assumermi la responsabilità che ciò accadesse di nuovo. Thor fu presto sostituito da un altro Pastore Tedesco, questa volta scelto da me in un allevamento locale: l'avrei tirato su da cucciolo e l'avrei addestrato io stessa fino al momento di assegnarlo ad un conduttore. "

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