sabato 5 dicembre 2009

La giovane Caterina Ruggeri

Estate 1986
Caterina ha 14 anni, ne compirà 15 nel Novenbre successivo.
Sta diventando molto bella, ma non si lega a nessun ragazzo, sia perché pensa sempre a Stefano, che è lontano dalla sua città, in quanto sta facendo la specializzazione in Malattie dei Piccoli Animali a Pisa, sia per la situazione familiare, in cui vede i propri genitori coinvolti in litigi sempre più frequenti. Inoltre il padre ha grossi sensi di colpa per la morte del piccolo Alfonso, avvenuta 8 anni prima in un incidente domestico, e va incontro alla depressione. Caterina si rifugia nello studio: ha fatto il primo anno dell'Istituto Tecnico Femminile a indirizzo Socio-Sanitario, ed è stata promossa con ottimi voti. Durante l'estate andrà a trovare qualche giorno Stefano a Pisa e con lui farà un bel giro per la Toscana. Una passeggiata sul lungarno a Firenze in una calda sera di fine Luglio sarà uno dei momenti più romantici fra loro due: mentre guardano la luna specchiarsi sull'Arno da Ponte Vecchio, si uniranno in un tenero abbraccio, ma non andranno oltre. Caterina, tornando a casa, con il cuore colmo di gioia, si troverà davanti ai genitori nel mezzo di un furioso litigio: non può capire come due persone che sono state insieme per più di venti anni possano riuscire a trattarsi in quella maniera e decide che lei mai e poi mai si sposerà.
"Quando mia madre mi chiamò, dicendomi che c'era mio cugino Stefano al telefono che voleva parlarmi, mi precipitai all'apparecchio col cuore in gola. "Ciao, Caterina: ho fatto l'esame del secondo anno di Specializzazione e ho qualche giorno di vacanza prima di iniziare il tirocinio di due mesi nella clinica universitaria; poi a Ottobre dovrò presentare la mia tesi di Specializzazione, quindi per me si preannuncia un'estate piuttosto impegnativa! Perché non mi raggiungi qui a Pisa e facciamo un bel giretto in Toscana? Una bella vacanzetta farà sicuramente bene a entrambi, a te per distrarti un po' dalla tua situazione familiare, e a me per riposarmi qualche giorno dalle fatiche dello studio!" Chiesi il permesso ai miei, che non fecero alcun problema, in quanto si fidavano ciecamente di Stefano, presi il treno e raggiunsi Pisa. Trovai Stefano ad aspettarmi nell'atrio della stazione: mi prese cortesemente il borsone e salimmo a bordo della sua auto, una Citroen 2CV, con la qule avremmo girato la Toscana nei giorni successivi, pernottando in ostelli o ospitati presso suoi amici conosciuti all'Università. Visitammo delle bellissime città: Pisa stessa, San Gimignano, Siena, Arezzo, facemmo un'escursione sull'Appennino Tosco-Emiliano (per non dimenticare la nostra passione per la montagna) e alla fine giungemmo a Firenze, dove ci ospitò suo fratello, che era iscritto ad Architettura, ma tutto faceva tranne che studiare. L'ultima sera, dopo cena, facemmo una passeggiata a piedi per Firenze: era caldo e io ero piuttosto stanca. Camminammo sul Lungarno fino a raggiungere Ponte Vecchio: era una splendida serata, la luna quasi piena in cielo si rispecchiava sul fiume e lo spettacolo era veramente romantico. Approfittando della stanchezza, mi appoggiai a lui, passandogli un braccio intorno al collo: lui, in risposta prese delicatamente la mia mano che era sopra la sua spalla, carezzandola un po'. Rimanemmo così, in silenzio, vicini e abbracciati, guardando il paesaggio fiorentino. Mi aspettavo un bacio, che però Stefano stavolta non ebbe il coraggio di darmi: avrei voluto che quel momento non finisse mai, sarei voluta rimanere lì così per sempre. E invece il mattino seguente Stefano mi riaccompagnò alla stazione di Firenze a prendere il treno per il ritorno. La breve vacanza era terminata, ma io pensavo ancora a quell'abbraccio della sera precedente e sentivo ancora la sua mano che sfiorava la mia e avevo il cuore colmo di gioia: com'ero innamorata! Ma quando giunsi a casa, trovai mio padre e mia madre che stavano litigando furiosamente e questo spense tutta la poesia che si era creata dentro di me. Com'è possibile, pensai, che due persone che si sono amate, che hanno condiviso la loro vita per oltre venti anni, arrivino a trattarsi così? Decisi che sicuramente il matrimonio non faceva per me!"

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